N° 79

 

SULLA STRADA PER KANDAHAR

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

            Il jet privato si solleva senza sforzo dalla pista dell’Aeroporto Internazionale dell’Avana a Cuba. A bordo un equipaggio di sole donne, compresi i piloti: due belle ragazze, una bionda e una mora, da sempre al servizio del padrone dell’aereo, l’avvocato americano Jeryn Hogarth, che lo ha messo a disposizione della spia internazionale nota come Vedova Nera e del supereroe mascherato chiamato Devil.

A bordo solo due passeggeri, registrati come Nathalie Roman e Michael Murdock.

-Un travestimento fin troppo trasparente, se vuoi il mio parere.- commenta Matt Murdock, i cui occhi ciechi sono coperti da occhiali da sole.

-Non sono fatti per nascondere chi siamo.- replica Natasha Romanoff -Non del tutto almeno.-

            Abbassa la voce e aggiunge:

-Tutti capiranno che Mike Murdock è Devil ma chi penserebbe che in realtà è Matt Murdock? Chiunque crederà che vogliamo prenderli in giro.-

-Spero che tu abbia ragione, Tasha.- ribatte Matt -Ora dimmi di nuovo qual è la nostra meta.-

-La capitale del Kirghizistan. È da lì che le ragazze che arrivano da America ed Europa sono poi portate in Asia dove si perdono le loro tracce. Grazie alle informazioni che abbiamo avuto, so chi sono i responsabili di zona dell’organizzazione e dove trovarli.-

-E quando l’avrai fatto, cosa farai?-

-Temi che li uccida?-

-Sai che non te lo permetterò.-

-E se li rapissimo e li portassimo dove possono essere processati? Il tuo governo le chiama extraordinary renditions, se non sbaglio.-

            Sul volto di “Mike” Murdock uno sguardo corrucciato.

-Può andare.- dice infine.

 

            Mi chiamo Ben Urich e sono un giornalista, ma questo ormai lo sapete. Oggi mi sto interessando di un’inchiesta delicata che riguarda il rapimento a scopo di ricatto della figlia dell’attuale Commissario di Polizia Arthur Stacy, uno degli uomini più onesti e incorruttibili che abbia mai conosciuto.

Quando Stacy ha rifiutato di piegarsi al ricatto, i suoi catturatori hanno ceduto sua figlia Jill ad una banda di trafficanti di essere umani che l’ha spedita in Estremo Oriente per essere sfruttata come prostituta. Solo un colpo di fortuna ha permesso a Devil, la Vedova Nera e l’Uomo Ragno di ritrovarla e salvarla da quel destino,[1] la stessa fortuna che li ha fatti salvare un’altra donna, la mia collega Isobel Aguirre, creduta morta.[2]

Il buon vecchio J. Jonah Jameson ha mandato Betty Brant e Peter Parker a cercare di intervistare Jill e suo padre ma senza molta fortuna[3] e lo stesso è capitato a me con Isobel. Non la biasimo, probabilmente al suo posto anch’io vorrei dimenticare ma non le sarà facile.

Non so cosa mi ha riportato a casa sua, ma non ho avuto più fortuna della prima volta.

Con la coda dell’occhio vedo un paio di agenti del F.B.I. che conosco avvicinarsi alla casa di Isobel.

-Ti hanno sbattuto la porta in faccia, Urich?- mi chiede il più anziano.

-Ci sono abituato, Dale. Credi di avere miglior fortuna?-

-Il Procuratore Nelson vuole portare alla sbarra i responsabili del rapimento della Stacy e della tua collega Aguirre.-

-Gli auguro buona fortuna.-

            La Vedova Nera ha già provveduto a fare piazza pulita dei gangster russi che erano il terminale dell’organizzazione che importa ed esporta donne a New York e ora lei e Devil stanno seguendo la pista fino in Oriente. Anche a loro auguro buona fortuna.

 

            Quando atterriamo all’aeroporto internazionale di Biškek, la capitale del Kirghizistan, i miei sensi sono assaliti da una serie di odori e sensazioni del tutto nuovi.

-Qualcosa non va, Matt?- mi sussurra Natasha.

-L’aria di questo posto è piena di veleni.-rispondo -Come fa la gente a viverci?-

-Ci si adatta a tutto, se non si ha altra scelta.- replica, filosoficamente la mia compagna -Ma tranquillizzati: non resteremo qui molto.-

-Cosa conti di fare adesso? Qui tu sei più a mio agio di me, ti lascio guidare il gioco… almeno fino ad un certo punto.-

-E fai bene, il tuo addestramento ninja non ti ha preparato ai giochi di spie che qui sono abituali da più di due secoli.-

-Perché scegliere un posto simile per lo, scusa il termine, smistamento delle ragazze dirette in Oriente?-

-E a chi mai verrebbe in mente di cercarli proprio qui in Kirghizistan? Molta gente non sa nemmeno che esiste. Quei bastardi si credono al sicuro ma ora capiranno quanto si sbagliano.-

-Te la prendi molto a cuore.-

-Tu non puoi capire Matt: io mi muovo abitualmente nel mondo dello spionaggio internazionale e tu combatti contro buffoni mascherati e potenti boss criminali ma entrambi non ci accorgiamo di cose che accadono sotto il nostro naso. Centinaia di migliaia di donne e bambini ogni anno subiscono abusi sessuali e sono forzati alla prostituzione da gente senza scrupoli e tutto quello che facciamo noi è dispiacerci della loro sorte e poi pensare ad altro. Stavolta posso fare qualcosa e la farò.-

-La faremo.- le rispondo sinceramente colpito -Qual è il prossimo passo?-

-Andare a trovare un vecchio amico, poi andremo dai nostri nemici… o loro verranno da noi.-

            Interessante prospettiva.

 

 

2.

 

 

            L’uomo dai capelli biondi con taglio militare e vestito di nero sorride soddisfatto. La Vedova Nera è finalmente arrivata proprio come il suo datore di lavoro aveva previsto. L’uomo che è con lei deve essere Devil.

            Paga la sua pessima vodka al barista ed esce dal locale dove si era appostato. È ora di cominciare a tagliare i fili in sospeso.

 

            Devo ammetterlo: in questo ambiente Natasha è davvero più a suo agio di me. Di certo sa cosa cercare e dove. Nel retro di un negozio di oggettistica locale, ad esempio dove un uomo siede tranquillo sino al nostro arrivo.

-I miei rispetti. Askar Aimatov.- dice Natasha entrando nella stanza.

-Natalia Romanova.- ribatte lui -Eri poco più di una bambina quando ti ho visto l’ultima volta.-

-Non sono più una bambina da molto ma tu non sembri invecchiato.-

-Lo dici solo per portarmi rispetto ma gli anni mi pesano. Tu hai fatto molta strada dall’ultima volta che ci siamo visti, Natalia. Ho seguito con interesse i tuoi exploit di questi anni. Hai reso quello della Vedova Nera un nome rispettato e temuto e non è un pregio di poco conto. Ma bando ai convenevoli adesso: cosa può fare questo povero vecchio per te è e per il tuo amico americano?-

            Credo di aver fatto una faccia decisamente sorpresa perché sento Natasha ridere.

-Il povero vecchio sa molte cose.- dice -Saprà, quindi, anche dove trovare chi cerco.-

 -E chi cerchi piccola Natalia? Qui non ci sono molte spie.-

-Cerco un uomo che traffica in donne provenienti dagli Stati Uniti e dall’Europa. Di lui so che dovrebbe essere un mio compatriota.

            Aimatov riflette. Inspira ed espira più volte poi, alla fine, dice:

-L’uomo che cerchi è un Ceceno. Ti dirò dove trovarlo ma ti avverto: è un uomo molto pericoloso.-

-Io e il mio compagno siamo abituati a incontrare uomini pericolosi.- ribatte Natasha -Di solito sono loro a pentirsi di averci conosciuti.-

 

            In un posto lontano un uomo si versa un bicchiere di vodka. Mentre si porta il bicchiere alle labbra sussurra un nome:

-Natasha.- poi riflette ad alta voce, come se le parole dessero più forza a ciò che sta pensando -Non immagini nemmeno a che complicato gioco stiamo giocando io e te, mia piccola, dolce Natasha, ma lo scoprirai e sarà troppo tardi per te, tesoro mio, decisamente troppo tardi.-

            L’uomo beve tutto d’un fiato, poi getta il bicchiere nel camino e ride.

 

 

3.

 

 

            In queste circostanze, come ho già detto, lascio volentieri a Natasha il ruolo guida.

Siamo entrambi in costume. La presenza di Devil e della Vedova Nera da queste parti non avrà grande pubblicità ed è meglio essere pronti all’azione. Non ci sono edifici molto alti qui e la prudenza suggerisce di muoversi nelle ombre, cosa non difficile con l’addestramento che abbiamo ricevuto. In breve siamo all’indirizzo che ci è stato fornito.

Natasha apre una finestra senza fare nessun rumore, nessuno che un uomo normale sentirebbe.

-Senti qualcosa, Matt?- mi sussurra.

            Sì, lo sento, ma non mi piace.

-Cordite, sangue, almeno quattro persone morte.- rispondo nello stesso tono.

            La reazione di Natasha è rapida.

-Entriamo.-

            Ci muoviamo nell’oscurità, cosa che per me non è un problema e nemmeno per Natasha direi.

            Il calore mi dice che stiamo per entrare in una stanza illuminata, l’unica della casa. Sulla soglia un cadavere e da quel che mi dice il mio senso radar, ce ne sono altri tre: uno su una poltrona, un altro scomposto con la testa su un divanetto e l’ultimo a terra.

            Natasha si avvicina per esaminarli.

-Un colpo solo per ciascuno, rapido ed efficiente, un professionista.- commenta -Tu senti qualcosa Matt?-

-Era un uomo.- rispondo -Il suo dopobarba al lime mi è familiare.-

-Il nostro amico spetsnaz.[4] Me lo immaginavo. Sta eliminando ogni pista che possa portare ai suoi padroni. Deve averci preceduto di poco.-

-Meno di mezz’ora, direi.-

-Forse non si è nemmeno allontanato. Forse lui e il gemello che abbiamo incontrato a Cuba[5] sono rimasti in zona aspettando noi.-

            Un’improvvisa sensazione mi spinge a spostare Natasha un attimo prima che un proiettile fori una finestra e passi a pochi millimetri dal suo viso.

 

            Qualcuno ha fatto sparire Mary Walker, meglio nota come Typhoid Mary, Bloody Mary e altri alias ancora. Misteriosi agenti della Sicurezza Nazionale l’hanno prelevata dall’Istituto Ravencroft per Supercriminali malati di mente e trasferita chissà dove.

                Io e Ben Urich abbiamo provato a scoprire di più ma il Dipartimento della Sicurezza Interna nega di aver mandato suoi agenti e di una delle supercriminali più pericolose, affetta da sindrome da personalità multipla, si sono perse le tracce.

-Voglio saperne di piu.- dico all’uomo sdraiato accanto a me.

-Perché, Candace?- mi chiede Timothy Byrnes -Per il bene del tuo ennesimo articolo?-

-Perché odio le operazioni di depistaggio e insabbiamento del Governo e sento che potremmo trovarci davanti ad una di esse.- esito un istante e poi aggiungo -Tu potresti aiutarmi, Tim.-

-Io?- esclama lui, perplesso –E come?-

-Tu hai dei… canali di informazione non convenzionali e loro potrebbero sapere ciò che mi serve.-

-Insomma, visto che sono un avvocato penalista e alcuni dei miei clienti sono famosi presunti, e bada bene che ho detto presunti, criminali, potrei avere accesso a certe informazioni?-

                Faccio il mio migliore sguardo da ingenua.

-Beh…-

-E io che speravo che mi avessi cercato per il mio fascino. Beh, cara Miss Nelson, vedrò cosa posso fare.-

                Perfetto.

 

                La Vedova Nera esita solo un secondo prima di tuffarsi dalla finestra verso l’esterno. Chi le ha sparato non deve essere lontano e infatti eccolo là, appostato in un angolo.

            Natasha Romanoff scatta verso di lui correndo a zig zag. Non intende aspettare che Devil la raggiunga, sa badare a se stessa dopotutto.

            Arriva davanti al suo avversario e trova conferma dei suoi sospetti:

-E così ci ritroviamo.- dice.

            L’uomo dai capelli biondi vestito di nero non le risponde ma cerca di spararle. La Vedova Nera gli spara a sua volta un Morso di Vedova disarmandolo.

-Ora mi dirai chi è che ti manda,- afferma.

            Improvvisamente si blocca mentre sente qualcosa di strano ma non si muove abbastanza in fretta e viene colpita alla testa da dietro.

Mentre cade a terra, alle sue spalle si erge la figura di un uomo assolutamente identico, anche nel vestiario, a quello che le stava davanti.

-Prendila.- gli dice quest’ultimo -Portala dove sai.-

-E il suo amico?- chiede il secondo caricandosi la svenuta Vedova Nera sulle spalle.

-A lui penso io.-

-Davvero?- dice una voce sferzante -Puoi provarci, ma riuscirci è un’altra cosa-

            Devil è appena arrivato.

 

 

4.

 

 

            Questo tipo è uno di quei due che abbiamo incontrato a Cuba. Non m’importa se sono gemelli, cloni o altro, uno dei due sta portando via Natasha e devo impedirglielo.

            Quello che è rimasto mi si para davanti. Non parla ma estrae una pistola e spara.

            Ero pronto e ribatto indietro il proiettile col mio bastone. Avrei potuto semplicemente evitarlo ma non ho resistito alla tentazione di fare un po’ di scena.

-Impressionante.- si limita a dire il mio avversario.

Ha un accento russo. Natasha probabilmente saprebbe esattamente dire di dove ma non m’importa adesso, non quando l’altro tizio si sta allontanando.

-E di questo che ne dici?- ribatto mentre lancio il mio bastone contro il suo polso e lo disarmo.

            Non risponde ma salta sferrandomi un calcio rotante che evito di misura. È in gamba, ma resta da vedere chi di noi due lo è di più.

            Colpisco a mia volta e anche lui evita il colpo. Purtroppo per lui, però io ho un vantaggio: sono in grado di anticipare le sue mosse quanto basta da evitarle o pararle e alla fine riesco a mettere a segno un colpo e poi un altro.

            Gli do atto di essere resistente ma un calcio prima e un colpo col taglio della mano alla carotide finalmente lo abbattono.

            Non perdo tempo e seguo la pista dell’altro ma aveva un’auto poco lontana ed è già scomparso. Non ho nessuna intenzione di mollare. Troverò lui e Natasha dovunque siano.

 

            Franklin “Foggy” Nelson e la sua fidanzata Liz Osborn entrano nel ristorante e si stanno avviando al loro tavolo quando vedono due persone a loro ben note sedute ad un tavolo non troppo lontano: l’avvocatessa Rosalind “Razor” Sharp  e l’industriale chimico Norman Osborn.

            Foggy esita un istante indeciso su cosa fare ed è Rosalind a rompere il ghiaccio:

-Che c’è, Franklin? Non vuoi salutare tua madre?-

-Uhm… ciao Rosalind.- balbetta Foggy -Non mi aspettavo di vederti qui… con… con lui.-

-Io e tua madre siamo vecchi amici e ogni tanto ceniamo insieme. Non ci vedo nulla di male.- replica Norman Osborn,

-Norman è stato molto gentile con me da quando sono tornata dal mio rapimento[6] e abbiamo scoperto di avere tante cose di cui parlare.- aggiunge con un sorrisetto Rosalind.

-E tu, Liz, che mi dici?- chiede Norman alla nuora -Volevo parlare con te dell’attacco che la Stark-Fujikawa sta portando alla Oscorp.[7] Vorrei che mi aiutassi a fermarlo. Lo devi alla memoria di Harry.-[8]

-Non sei tu a potermi dire cosa devo o non devo fare, Norman. Parleremo di famiglia e affari in un altro momento, ora scusami ma il nostro tavolo è pronto.-

            Una volta seduti e fuori portata di orecchie indiscrete Liz dice:

-Abbiamo proprio una bella famiglia eh?-

-Mia… mia madre ha il potere di mettermi in imbarazzo anche quando non ci prova.- ribatte Foggy -Anche se mi ha abbandonato in fasce per seguire la sua carriera, riesce comunque a condizionare la mia vita. Sono diventato avvocato per dimostrarle che ero degno di lei.-

-Qualunque cosa tu volessi dimostrare, l’hai fatto: sei un bravo avvocato e hai un’etica mentre lei non sa neanche cosa vuol dire quella parola.-

-Ti ringrazio.-

-Non ho detto che la verità.-

-E tu e Norman?-

-Mi ha sempre sopportato, nulla di più e solo perché sono la madre del suo unico nipote. Su una cosa ha ragione, però: dovrò decidere cosa fare riguardo all’offerta della Stark-Fujikawa. Harry non avrebbe venduto ed io dovrei rispettare le sue volontà.-

-Sono certo che farai la scelta giusta.-

-Sai… vedendo Norman e Razor parlare non riesco a togliermi dalla testa che stiano complottando qualcosa, ma forse sono solo paranoica.

            Se è così, non sei la sola, pensa Foggy.

 

            Mi siedo ad un tavolo di un modesto locale di Alphabet City[9] e attendo il mio contatto. Non devo aspettare molto, dopo pochi minuti un uomo alto dai capelli bianchi si siede davanti a me e dice:

-Ben Urich, sei sempre lo stesso.-

-Anche tu Al.- ribatto -Le foto in quarta di copertina dei tuoi libri non ti rendono giustizia.-

            Alphonso MacKenzie, chiamato Al o Mac dagli amici, ex agente della C.I.A. e dello S.H.I.E.L.D. diventato romanziere di successo, ride divertito.

-Sei decisamente un mentitore peggiore di me, Ben.- replica -Ma lasciamo da parte i convenevoli. Ho fatto qualche ricerca su quello che mi hai detto.-

-E…?-

-Pare che chiunque fosse coinvolto nel traffico di donne in cui erano finite le tue amiche, stia passando brutti momenti. Qualcuno sta facendo piazza pulita.-

-La Vedova Nera.- mormoro.

-La Romanoff?- ribatte Al perplesso -Certo, è possibile, anche se erano anni che non si lasciava dietro tanti cadaveri.-

-Cosa?-

-Quegli sporchi bastardi stanno morendo come mosche e qualcuno si è assunto il ruolo di insetticida.-

            Non può essere la Vedova, Matt non glielo avrebbe mai permesso. Hanno qualcuno di molto pericoloso che segue le loro orme, ma chi?

            Devo aver detto qualcosa ad alta voce perche Al mi dice:

-Ho scovato due nomi.-

            Mi passa un foglio con delle foto che ritraggono un uomo dai capelli biondi e corti con occhi azzurro chiaro, ma perché appare in due schede? No, aspetta… non è lo stesso uomo.

-Due gemelli identici. I loro nomi sono Vladimir e Vassily Ilyich Ulianov, due killer efficienti e mortali. Dicono che siano stati addestrati in un centro dei servizi segreti russi che ufficialmente non esiste: la Stanza Rossa. Di loro si sono perse le tracce da anni e si sussurra che lavorino per la Mafia Russa. Anche i loro ex datori di lavoro vorrebbero poter mettere le mani su di loro.-

-Vladimir Ilyich Ulyanov.- borbotto -Questo nome mi ricorda qualcosa ma il volto non mi dice niente.-

            Al ridacchia e dice una sola parola.

-Lenin.-

-Cosa?-

-Era il vero nome di Lenin. Suo padre doveva essere un nostalgico o avere uno strano senso dell’umorismo.-

E sono sulle tracce di Matt e Natasha. Per fortuna quei due sanno cavarsela. Non sono certo tipi come quei due gemelli ad impensierirli.

 

 

5.

 

 

                Non ero mai stata nell’ufficio di Timothy Byrnes ed è spazioso quanto mi aspettavo.

-Ti piace?- mi chiede orgoglioso.

-È… bello.- dico infine sedendomi su una comoda poltrona di pelle.

-Forse ho trovato qualcosa.- mi dice lui –Un tizio che mi doveva un favore mi ha detto che puoi metterti il cuore in pace: tutto quel che riguarda Mary Walker è semplicemente scomparso. Non c’è più traccia di lei nei database nazionali. Per le agenzie governative quella donna semplicemente non esiste.-

-Com’è possibile?-

-C’è di mezzo gente molto potente. Del tipo che non fa nulla personalmente ma basta che dica una parola e le cose accadono. In parole povere, Candace, stai stuzzicando un nido di serpenti e sono davvero molto velenosi. Se vuoi continuare la tua inchiesta devi stare molto attenta a non farti mordere.-

                Se voleva spaventarmi ci sta riuscendo.

 

                Quando raggiungo il nostro aereo le due ragazze pilota sono già lì. Hanno dormito a bordo? Non ne sarei sorpreso. Del resto il velivolo spazioso e non manca di comodità. Jeryn Hogarth è uno che ama la bella vita.

-Che è successo?- chiede quella di nome Annie.

            Non sembrano sorprese di vedermi in costume. Del resto, se quello che Natasha mi ha raccontato è vero, nel corso degli anni hanno scarrozzato spesso Iron Fist e pure gli X-Men.[10]

-Hanno rapito la Vedova Nera.- rispondo -Ho provato ad andar dietro al rapitore ma le sue tracce si perdono qui. Credo che abbiano lasciato questa nazione con un aereo che li aspettava.-

-C’era un bimotore in effetti.- interviene quella di nome Jill -È partito meno di mezz’ora fa Se solo sapessimo dove è diretto.-

-Ho strapazzato un tizio dell’aeroporto prima di venire qui.- replico -Ci è voluto un po’ ma si è persuaso a dirmi quel che volevo sapere. Vi dice niente il nome Khamistan?-

-Sembra il nome di uno degli Stati della zona. Lo troveremo- risponde Annie -Jill, accendi i motori e prepariamoci a partire.-

            Ti troverò dovunque tu sia, Natasha, e se ti hanno fatto del male, la pagheranno molto cara.

 

            La Vedova Nera si sveglia. Per un po’ si sente confusa ma poi sin rende conto di essere in una stanza legata su una sedia.

-Ben svegliata Natasha.-

            Quella voce… la conosce.

-Ne è passato di tempo dal nostro ultimo incontro, non è vero?-

            Natasha lo riconosce e spalanca la bocca dalla sorpresa esclamando:

-Tu? Non è possibile!-

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Che dire? Non moltissimo.

1)     Il titolo non c’entra molto con la storia ma è un omaggio ad un libro che descrive i problemi dell’area in cui si trova il Kirghizistan, che è effettivamente un centro di transito del traffico di esseri umani per l’Asia e l’Occidente.

2)     Vassily Ilyich Ulianov è una creazione di Richard K. Morgan & Bill Sienkiewicz su Black Widow Vol. 2° #1 datato novembre 2004. Nel decidere di introdurlo in MIT non ho resistito alla tentazione di affiancargli un gemello di nome Vladimir, solo per il gusto di avere qualcuno che avesse lo stesso nome di Lenin. -_^

3)     L’Avvocato Jeryn Hogarth, creato da Chris Claremont & John Byrne, è uno degli storici comprimari della serie di Iron Fist. Sovrappeso, occhialuto, amante del lusso e delle belle donne di cui ama circondarsi. È stato anche l’amministratore della società degli Eroi in Vendita nell’omonima serie degli anni 70 e 80. Le due belle “pilotesse” Annie e Jill lavorano da sempre per lui ed è una vergogna che in 40 anni nessuno abbia mai pensato di dar loro un cognome. -_^

Nel prossimo episodio: chi è il misterioso uomo del passato della Vedova Nera e cosa vuole? Devil riuscirà a raggiungerla in tempo?

Sapete cosa fare se volete saperlo.

 

 

Carlo



[1] Su L’Uomo Ragno #92 e Devil #74.

[2] Dopo i fatti descritti in Iron Man MIT #36/37

[3] Per i dettagli vedi l’Uomo Ragno #93,

[4] Acronimo di Voyska spetsialnogo naznacheniya ovvero "Forze per incarichi speciali", corpi militari d’élite dell’esercito e dei servizi segreti russi e di altri Stati ex sovietici.

[5]Nello scorso episodio.

[6] Devil MIT #73.

[7] Vedi Iron Man #77.

[8] Harry Osborn, figlio di Norman e defunto marito di Liz.

[9] Quartiere di New York così chiamato perché le strade sono indicate con le lettere dell’alfabeto.

[10] In troppi episodi per elencarli tutti.